LUOGHI D'INTERESSE CULTURALE


Siete appassionati delle visite ai luoghi d'interesse culturale? Sebbene in questo posto saprete apprezzare la prossimità di Spalato e Traù, anche la città di Okrug offre i monumenti storico-culturali unici al mondo. Le pittoresche chiesette di Okrug e le rovine degi antichi casali di campagna appartenenti ai nobili vi consentiranno un'esperienza unica della visita turistica al prezioso patrimonio culturale!


ORARIO DELLE SANTE MESSE

Godetevi la visita alle chiesette pittoresche

IL MONUMENTO CHE RISALE AL VI SECOLO NASCONDE UNA CHIESA PIÙ ANTICA.
Proprio sulla costa, in fondo alla baia di Saldun, si trova la chiesa popolarmente chiamata Sv. Tudor (San Teodoro). L'inizio della sua costruzione risale al VI secolo e il culto di San Teodoro (cro. Sv. Teodor), il martire e protettore dell'esercito dell'imperatore Giustiniano a cui venivano dedicate numerose chiese in Dalmazia. La cappella cimiteriale situata al nord della chiesa contiene una transenna ornamentale - una lastra traforata di pietra il cui stile appartiene alla tarda antichità.
La chiesa presente appartiene al periodo successivo, ma durante gli scavi archeologici, sotto essa venne scoperto uno strato appartenente a una chiesa più vecchia. Sull'altare esistente sono stati installati due frammenti di lastre dell'altare in marmo di un'ottima lavorazione muraria, riccamente decorato con vimini in pietra. Siccome essi risalgono al periodo del Medioevo, dal secolo IX al secolo XI, si assume che anche i resti della chiesa più antica risalgono allo stesso periodo. Nei documenti storici c'è scritto che in quel periodo la chiesa di San Teodoro ricevette doni ricchi - aveva numerose proprietà in possesso nell'area di Traù, e perciò si può concludere che all'inizio era completamente attrezzata con tali mobili appartenenti alla chiesa.
L'esatto anno di costruzione della chiesa presente non è noto. Come la chiesa appartenente al capitolo di Traù che in quel periodo aveva una proprietà in possesso e il suo custode, viene menzionata nel 1439. Fu costruita probabilmente all'inizio di quel secolo, quando l'isola di Čiovo venne popolata intensivamente e quando si fondarono i primi villaggi sull'isola. In base alle caratteristiche stilistiche della facciata si assume che la chiesa fu restaurata all'inizio del secolo XVII.
La chiesa di San Teodoro serviva al villaggio di Okrug Gornji fino alla metà del secolo XVIII come la parrocchia e aveva la sua fratellanza. La parrocchia di San Teodoro fu menzionata per la prima volta nel 1579. Lo spazio che circonda la parrocchia si utilizzava come cimitero dalla fondazione del villaggio fino ai tempi recenti. Sul muro che i trova all'interno della parrocchia, a sinistra dall'ingresso, si trova la lapide sepolcrale più antica contenente il nome del defunto intagliato - un certo Petar Užigović (Pietro Uzigovic) e l'anno 1580, con i simboli di falce, martello e roncola intagliati che descrivono l'attività svolta dalla medesima persona durante la sua vita.
Sull'altare principale della parrocchia c'è il ritratto della Beata Vergine con il bambino, San Giovanni Battista, il beato Giovanni protettore della città di Traù e San Teodoro, un'opera di un pittore sconosciuto del XVIII secolo. San Teodoro, con l'armamento, è raffigurato a cavallo mentre sta uccidendo il drago, e ai suio piedi si trova la vista panoramica sulla città di Traù e l'isola di Čiovo in distanza. Sull'altare laterale si trova il quadro che rappresenta il battesimo di Gesù Cristo, l'opera del pittore veneziano Giovanni Francesco Fedrigazzi che risale al secolo XVIII.

DALLA PICCOLA CAPPELLA VOTIVA ALLA PARROCCHIA DI OGGI.
La chiesa di San Carlo Borromeo si trova a Okrug Gornji, di fronte al centro dell'antico villaggio, al nord della strada che in quei tempi era la trada principale che collegava le città di Okrug e Traù. La chiesa fu menzionata per la prima volta nei manoscritti del vescovo di Traù che risalgono al 1640 sove lui scrisse che la chiesa "era costruita alcuni anni fa". Nello stesso secolo, la chiesa viene menzionata anche dallo storico di Traù - Pavao Andreis che scrive che la chiesa si trova nel villaggio di Maravići, rilevando che non conosce la storia della chiesa e nemmeno dei suoi beni, e conclude che la chiesa fu costruita grazie ai devoti abitanti del villaggio e dei dintorni.
Questa era probabilmente una piccola cappella votiva costruita in seguito di una delle epidemie di peste. In effetti, San Carlo Borromeo, l'arcivescovo di Milano, si distinse per la cura che prendeva degli ammallati durante la grande epidemia di peste che minacciava alla fine del secolo XVI, e dal 1610 viene celebrato come il santo protettore dalla peste dappertutto. Durante i successivi cento anni, la cappella di San Carlo comincio a decadere e venne demolita, mentre nel 1735, grazie alla cura degli abitanti e del parroco Nikola Pavković venne costruita la nuova chiesa più grande che si trova lì ancor'oggi.
La chiesa è mononavale, con un'abside rettangolare e un campanile sopra la facciata, insieme all'anno di costruzione scolpito. Al sud dell'entrata principale nella chiesa vi è un fonte battesimale scolpita in pietra con l'immagine di pesce inciso e poi l'iscrizione dove viene menzionato il nome del parroco di una fratellanza di Okrug (NO(VA)K SCRIPECINI ZUPANP(OSTAVI)N.N) che mise il fonte battesimale su questo posto. Si assume che esso apparteneva all'attrezzatura della vecchia chiesa di San Teodoro.
Subito dopo la costruzione, la nuova chiesa di San Carlo Borromeo divenne la parrocchia di Okrug Gornji. Anche la grande fratellanza (Scuolagrande di San Carlo) viene menzionata nei registri parrocchiali di quell'epoca che, come la chiesa, era sostenuta e mantenuta grazie alla produzione di vino, orzo, formaggio e un terzo della quantità dell'olio di oliva svolta in occasione della festa di San Carlo (il 3 novembre).
Sull'altare principale intagliato in legno si trova il quadro di un'artista sconosciuto raffigurante la Madonna del Monte Carmello con San Giovanni, San Lorenzo e San Carlo Borromeo. Risale al periodo della costruzione della nuova chiesa. Il culto della Madonna del Monte Carmello, la protettrice di pace, viene celebrato in Dalmazia già dalla fine del secolo XVII, dopo le grandi guerre con gli Ottomani, in segno di gratitudine per il successo in guerra e la pace raggiunta. In generale, la situazione storica era favorevole dopo la Guerra di Creta, ed ebbe effetti positivi in caso della Chiesa di San Carlo Borromeo riguardante la ricostruzione e l'arredamento delle chiese di Čiovo.

IL TESTIMONE DI PIETRA DELLA TRADIZIONE EREMITICA SULL'ISOLA DI ČIOVO.
La chiesa di San Giovanni Battista si trova a Okrug Donji, accanto alla vecchia strada che porta verso la costiera e il piccolo porto chiamato Stari porat (il Vecchio porto). Proseguendo verso il sud, la strada si biforcava verso l'antico villaggio di Okrug Gornji e verso il pozzo chiamato Šepurina che era una delle fonti idriche utilizzate dagli abitanti di Okrug Donji per secoli. All'occidente ci sono tre gruppi di case di pietra che formarono il centro dell'antico villaggio di Okrug Donji.
Non si sa quando la chiesa fu costruita - probabilmente durante il XVI secolo, quando i villaggi di Čiovo vengono popolati intensivamente. La chiesa di San Giovanni Battista viene menzionata dallo storico Pavao Andreis nella seconda metà del secolo XVII, rilevando che la chiesa si trova nel villaggio di Okrug (Ocruch) e che venne costruita dagli abitanti del villaggio e dei dintorni. Lo spazio intorno alla chiesa era utilizzato nel XIX secolo come cimitero.
La chiesa è mononavale, con un'abside rettangolare. Sopra l'ingresso principale ci sono un'architrave profilata, la rosetta e la campana di caratteristiche stilistiche del tardo rinascimento.
La consacrazione della chiesa a San Giovanni Battista, il santo eremita, può essere interpretata nel contesto della tradizione eremitica molto presente sull'isola di Čiovo. In effetti, questa tradizione ebbe inizio in quel luogo già nei primi secoli del cristianesimo e rimase preservata fino all'età moderna.

e le rovine dei complessi di casali di campagna

NELLA BAIA DI KANCELIROVAC – L'ANTICA TORRE DI GUARDIA SULLE ROCCE.
In fondo della baia di Kancelirovac, a duecento metri dal mare, si trovano le rovine della vecchia torre/castello costruito sulle rocce (tale posizione viene popolarmente chiamata Pod polaču). La torre apparteneva ai benedettini del convento di San Giovanni Battista di Traù, e come sulle numerose altre proprietà che avevano a Traù e nei dintorni, essi abitavano periodicamente, durante le attività stagionali agricoli,durante la raccolta o la caccia. La torre era utilizzata come una residenza periodica e come la torre di guardia dalla quale si potevano tenere sotto controllo le tenute nei dintorni. La torre fu costruita utilizzando grandi rozzi blocchi di pietra squadrata tipici del periodo romanico e al primo piano vi sono le grandi finestre ad arcate. Accanto alla torre, secondo il catasto della Repubblica di Austria, negli anni 1830 sono state registrate alcune strutture di sostegno delle quali oggi non vi sono alcune tracce.
Probabilmente questa posizione isolata, ma ben protetta, quale la proprietà dei benedettini sull'isolotto vicino di Sant'Eufemia (cro. Fumija) potrebbe essere l'antico luogo degli eremiti che poi hanno ereditato gli eremiti di Traù. Il promontorio occidentale nella baia di Kancelirovac che oggi è conosciuto come Troglavice, in precedenza portava il nome stesso della torre - il Promontorio di San Giovanni (Punta S.Giovanni).

LE ROVINE DEL CONVENTO DEI BENEDETTINI – IL LUOGO IN CUI LA TRADIZIONE EREMITICA COMPARVE MOLTO PRESTO.
L'isolotto di Sant'Eufemia (cro. Fumija) che si trova a soli trecento metri di distanza dalla costa sud-occidentale di Čiovo. L'isola porta il nome di Sant'Eufemia, titolare della chiesa paleocristiana e del convento le cui rovine sono ancora visibili.
Fumija è il luogo in cui la tradizione eremitica comparve molto presto e dove poi sono arrivati i benedettini del convento di San Giovanni di Traù. Essi avevano lì un'azienda agricola con la chiesa e abitavano sull'isola periodicamente, in occasione dei lavori agricoli e durante la stagione di pesca. I benedettini di Traù erano proprietari di numerosi terreni e possedevano molti beni nell'area della città di Traù, come, ad esempio, i terreni sull'isolotto vicino di Kraljevac e sull'isola di Čiovo, nella baia di Kancelirovac.
Di fronte all'isolotto di Fumija si trova la baia di Duga, un rifugio sicuro e l'ancoraggio per le navi, mentre vicino ad essa vi è un grande pozzo sopra la sorgente dell'acqua chiamato Šepurina. Sull'isolotto di Fumija c'è una grotta dentro la quale si raccoglieva l'acqua e alcuni terreni agricoli più piccoli il che rende questo luogo idoneo per l'organizzazione della vita religiosa.
Il convento sull'isola di Fumija appartiene a una serie di chiese paleocristiane costruite nelle baie nascoste ed ancoraggi dell'isolotto oppure accanto ai campi fertili all'interno dell'isola e servivano anche per il controllo e come importanti luoghi di sosta durante il viaggio in nave.
I numerosi reperti archeologici quali i frammenti di ceramica antica e le anforae lungo la costa dell'isola di Fumija aiutano ad avanzare l'ipotesi che questa abitazione monastica fosse costruita sulle fondamenta di una villa romana.
Le rovine della chiesa paleocristiana si trovano sul lato meridionale dell'isolotto. Anche le mura circostanti sono state conservate, i resti del convento modesto accanto al quale vi era anche un serbatoio per la raccolta dell'acqua. Sono stati rinvenuti anche i resti dei mobili paleocristiani.

NELLA BAIA DI PANTERA - I RESTI DI UN COMPLESSO URBANISTICO-RURALE DEL 1650.
All'ingresso alla baia di Pantera sono ancora visibili le rovine dello chalet che apparteneva all'estinta stirpe dei nobili di Traù - alla famiglia dei Racetini. Grazie a loro, oggi questa baia porta il nome di Racetinovac. La baia ampia e poco profonda di Pantera, ben nascosta, forniva una posizione attraente per l'insediamento e l'utilizzo economico.
Dalla fine del XV secolo in poi, spostando il centro economico e commerciale dalla terraferma minacciato dalla guerra, alcune famiglie nobili sull'isola di Čiovo costruiscono i loro chalet con i serbatoi per la raccolta dell'acqua e le cappelle di famiglia prevalentemente lungo la costa, in luoghi isolati. Questo chalet è l'unico conservato fino ad oggi.
Il complesso urbanistico-rurale fu costruito, come scrisse Pavao Andreis, nel 1650. Era composto di un edificio ad un piano, una cappella, un serbatoio dell'acqua, un granaio e un cortile. In fondo vi sono le terrazze conservate di un giardino e un frutteto coltivati in quei tempi e lì vicino era l'aia - un'area dove i contadini si riunivano per la trebbiatura del grano. la cappella con un'arcata, appoggiata al muro della casa, è dedicata a Sant'Antonio Abate, l'eremita, il protettore di animali e dell'agricoltura e il santo che protegge dalle malattie. La presenza del suo culto da queste parti può essere interpretata come la lunga tradizione eremitica di Čiovo, ma anche nel contesto della manutenzione dell'azienda agricola familiare che in questo ambiente isolato oltre all'agricoltura, offriva anche la possibilià di pesca e della raccolta del sale.